randonnee 600 km Castano Primo 25.05.08

Pubblicato: 26 Maggio, 2008 da viaggiatore in ciclismo, randonnee
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Il resoconto di Alessandro

Eccoci alla 600 di Castano, in teoria non mi sarebbe servito fare questo brevetto per andare alla 1001 miglia, ho già la pbp 07 che vale come ammissione ma qualcosa mi ha detto cha la dovevo affrontare. Alberto si deve invece brevettare, gli serve almeno un 600 per l’ iscrizione alla 1001 ed è molto deciso. Passo a casa sua, carico la bici e ci dirigiamo a Castano, ritiriamo le carte di viaggio, salutiamo tutti gli amici e alle 10 e 12 VIA!!!! 
Alberto è stato fortissimo sin dall’ inizio, ha immediatamente tenuto il passo dei più veloci fino al primo controllo, tutto sempre sotto l’ acqua, eravamo nel secondo gruppo. Ci lasciamo poi sfilare al primo controllo perchè approfittiamo del bar ben fornito, ci facciamo dei bei tost giganti. Si iniza a scalare il Turchino e Fabbry della Ballan di Padova, già fatta con lui la pbp, estrae dai bagagli una provvidenziale bomboletta di lubrificante per catene, sembravamo un gruppo di passerotti incazzati con tutti quei cip, cip, pio, pio… Anche se bagnata è stata bellissima la discesa a Voltri e altrettanto bello essere con la bici sul mare, raggiungiamo un gruppettino con due ragazze, Romina della Pinarello e un’ altra ragazza che conosceremo più tardi. A Varazze solo 19 ciclisti erano davanti a noi. Dopo il timbro, anche qui, birrone e supertost !! Durante la pausa conosciamo Anne di Grenoble che si aggrega al ns. minigruppo e partiamo verso Giovo Ligure, una bellissima salita, si va sempre di buon passo, approfittiamo del fatto che l’ acqua ci sta dando tregua. Velocissime le discese anche se umide, pianone finale e siamo al terzo contrllo. Fabbry dice che per oggi basta così, troppo freddo e umido, ci lascia proseguire da soli, dopo il doppio piatto di pasta e la tripla razione di torta offerti dall’ organizzazione, ci spostiamo al bar per un bel the caldo che ci viene gentilmente offerto da Anne. E’ ormai notte e si forma un gruppo di c.a. una dozzina di ciclisti molto motivati e decisi a fare gruppo, ci si aspetta sulle salite, ci si da cambi regolari, ci si ferma quando qualcuno deve fare acqua e si fa il possibile per non sbagliare strada. Questo è praticamente il “terzo” gruppo e arriva a Villafranca alle 3.30. Io, Anne e AL più due amici del gruppo decidiamo di farci un bel piatto di pasta al forno e una bella dormita, ripartiremo verso le sei e facciamo in tempo a salutare Cime e Franco appena arrivati a Villafranca. Ci ha stupito molto che a parte il gruppo di Franco della Sportissimo nessun’ altro gruppo fosse arrivato mentre dormivamo.. del resto è una Rando molto piccola con pochi partecipanti e per questo più.. VERA. 
Ripartiamo, il passo è molto tranquillo, siamo in 5 e non possiamo certo esagerare, mancano ancora 220 km… 
Raggiungiamo una pasticcieria a Chieri e ci facciamo un’ altra colazione, questo gruppo da 5 si è legato molto e gli sguardi che ci scambiamo senza casco ed occhiali lo dimostrano, l’ andatura regolare, l’ attenzione reciproca nel seguirsi, le battute e i discorsi da rando, un piacere conviviale oltre che sportivo. 
Ripartiamo verso Superga, timbriamo al controllo velocemente e schizziamo in vetta, un simpaticissimo tifoso ci accolge, è appassionato di rando ed è venuto li apposta !! Scendiamo e si punta diretti al prossimo controllo, niente pause questa volta, ottima pedalata da parte di tutti e alle 10 e 40 arriviamo. Si trimbra e ordiniamo 5 bei piatti di pasta al ragù. Io mi prendo anche una birretta.. che non ci sta mai male. 
Il marito di Anne è già vicino all’ arrivo, puntava a strare sotto le 24 ore e solo per poco ha mancato l’ obbiettivo. Noi invece ce la prendiamo comoda.. ai ristori, pedalando invece teniamo sempre un’ ottima andatura, il vero “rando mode” quello che ti può portare in capo al mondo. 
E’ ora di ripartire, è l’ ultimo tratto, ricomincia a piovere copiosamente, le discese vertiginose impauriscono ma non ci fermano, rimaniamo vicini e passiamo Trino, continuiamo per le risaie e ci avviciniamo al traguardo. Raggiungiamo Romina e Roby della Pinarello e decidiamo di finirla insieme. Gli ultimi 50 km sotto il diluvio, le gigantesche pozzanghere createsi, nulla ci impensierisce e procediamo spediti, anche qui tanti racconti e tante storie, ognuno aveva “la sua avventura” e mille altre mirabolanti situazioni da raccontare.. 
Ultima salita, entriamo in paese e arriviamo in sette. Descrivervi le emozioni non è possibile, ogni volta che arrivi dopo una rando così è come se fosse la prima volta e non ti rendi conto di quanto hai bisogno di quelle emozioni e degli abbracci dei tuoi compagni e compagne quando tutto è finito. Gli sguardi mostrano stanchezza e felicità in uno stupendo insieme fatto dai 600 km appena percorsi. Anche le persone addette all’ ultimo controllo ci fanno i complimenti, Anne e Romina sono le prime donne arrivate. 
Io e Alberto ci cambiamo, andiamo al pasta party “reale”, con affettati di antipasto, lambrusco, pasta al forno, gelato con la frutta servito al tavolo.. e un delizioso omaggio floreale per le ragazze. 
Siamo ripartiti verso casa, i 600 km sono alle spalle ma dopo queste avventure c’è qualcosa che non ti lascia più, rimane un meraviglioso ed indelebile ricordo nel più profondo delle tue emozioni..

 

Il resoconto di Alberto

Alla fine……

Fino a quattro anni fa pensavo che andare in bicicletta significasse fare giretti di 60-80 Km con una salitella… e nulla di piu’.
Poi la prima volta dei cento Km, raggiunti tra l’altro a causa di un errore del percorso, un bivio mancato…. segno del destino????
Da allora il centino non ha piu’ fatto paura e i limiti delle distanze raggiunte si son spostati sempre piu’ in la’ fino ad affrontare percorsi ‘immensi’ come le GF 9 Colli, Campagnolo, Pinarello, tutte over 200!!!! Gia’ cosi’ mi sembrava di essere arrivato al mio limite ultimo di percorrenza, ma dopo quasi un anno passato ad ascoltare i racconti degli amici randagi, dopo averli considerati dei pazzi scriteriati, mi son ritrovato iscritto al brevetto dei 200Km, poi ai 300, e alla fine a quello dei 600Km. 600Km!!!!!!!!!! Stranamente nei giorni prima della partenza, non mi sentivo preoccupato per cio’ che mi stavo accingendo ad affrontare, molto probabilmente a causa di una buona dose di incoscienza e inconsapevolezza. Preparo con calma la bici: portapacchi, borsettina anteriore, luci…. tutto e’ posizionato bene, ma come andra’???? Non ho mai guidato la bici con tutti quei trabiccoli, e ora non ho
tempo di provare l’assetto! Arriva il giorno della partenza: affido a Federica, mia figlia, il compito di segnare sul roadbook i vari passaggi, compito che poi svolgera’ diligentemente. La bici e’ pronta, io non so… ancora mi chiedo cosa ci sto a fare in mezzo a quella banda di matti…. chiamano i vari nomi per le
partenze scaglionati ed ecco alle 10.12 il mio! Si parte! Controllo luci ,ok, GO! Il cielo e’ grigio, ma non piove. I primi Km scorrono via veloci, tranquillissimi. Si inizia a prendere confidenza col mezzo molto
piu’ pesante del solito. In curva tenderebbe ad andar dritto: serve un carico del corpo diverso, ma presto ci si fa l’abitudine. Come pure diventa un’abitudine il controllare il roadbook regolarmente, cercando di non sbagliare strada. Dopo una quindicina di Km le prime gocce! Sempre piu’ copiose! Fortunatamente non c’e’ freddo: giacchino antipioggia, e via. Stranamente la pioggia non da troppo fastidio per ora, se non ai piedi, che sguazzano nelle scarpette fradice. Si forma un bel gruppetto e ciclonuotando attraversiamo la zona delle risaie, accompagnati da un gran numero di splendidi aironi. Arriviamo cosi’ al primo controllo dopo una novantina di Km. Approfittiamo per un bel toast caldo e gigante. Alcuni preferiscono ripartire subito e cosi’ il gruppo si sgrana. La ripartenza e’ non senza problemi: la sosta ci ha raffreddati e la discesa che affrontiamo non aiuta. Fortunatamente inizia a smettere di piovere, anche se le strade sono ancora molto bagnate. Finalmente ci fa compagnia un timido sole: non e’ molto, ma fa sempre piacere. Ci avviciniamo pian pianino ad Ovada, dove dopo pochi Km iniziamo la prima salita vera di questa avventura: il Turchino, che ci fiondera’ poi sul lungomare. Procediamo con la solita calma, si chiacchera e si sbuffa, ci si controlla vicendevolmente perche’ tutto proceda nel migliore dei modi. Scolliniamo non prima di aver dato una regolatina ai miei freni che hanno deciso di non fare piu’ il loro dovere….. in discesa avrei avuto qualche problemino… La bici carica non ha problemi di tenuta anche se la strada e’ umida, vado meolto meglio del solito in discesa. E’ un piacere planare verso Genova: iniziano le case, le autostrade , il traffico. Uffa… tutta la poesia rotta in un istante! E’ il tratto piu’ brutto secondo me dell’intero percorso: da una parte c’e’ l’emozione di aver raggiunto la costa e di pedalare sul lungomare con i suoi saliscendi, dall’altra il traffico che disturba troppo, forse perche’ ormai siamo abituati al nostro silenzio di pedalatori.
Arriviamo a Varazze, 208Km fatti, e controllo. Ci si riforniamo con un altro toast e questa volta una birrettina ci sta proprio bene. Intanto le persone che passeggiano nella piazzetta guardando incuriosite ci chiedono cosa stessimo facendo: con ‘leggerezza’ diciamo il percorso… smarrimento, poi la domanda immancabile,… si’ ma … in quanti giorni????? Vagli a spiegare che non abbiamo piu’ di 40 ore per finire il tutto…… Io e Alessandro ripartiamo, e con noi Anne, ciclista francese che sta ‘ricorrendo’ il marito, lanciato col gruppetto dei primi, e altri due. I gruppetti ormai si sgranano sempre piu’ anche in funzione delle proprie capacita’: il percorso inizia a fare selezione. Si sale, questa volta piu’ seriamente di prima. Fortunatamente e’ una bellissima salita costante che permette un bel passo regolare.
Intorno a noi silenzio e nuvole sempre piu’ nere. Arriviamo in cima, aspettiamo Anne e ripartiamo: siamo rimasti in quattro, uno ha rallentato il passo nel corso della salita. Una serie interminabile di saliscendi mette a dura prova le mie energie che sento iniziare a diminuire poco a poco: COntrollo il contaKm e il roadbook e inizia un lunghissimo conto alla rovescia verso il prossimo punto di controllo, dove e’ anche organizzato il pasta party. Gli ultimi chilometri, ormai al crepuscolo, con l’aria sempre piu’ umida e con qualche gocciolina, sono davvero duretti. Arriviamo al controllo: mi piazzano un bellissimo piatto di pasta al sugo fumante, provo a mangiarne una forchettata, ma non ne ho assolutamente voglia. Mi sa che stavo arrivando al mio limite…. Mi riposo con calma, mi cambio e pian pianino inizio a scaldarmi. Intanto fuori inizia a piovere fitto fitto: abbiamo avuto una fortuna enorme!!!!! Arrivano pochi minuti dopo altri compagni d’avventura, fradici: sono 10-15 Km che pedalano sotto l’acqua….. e iniziano
i primi ritiri. Le condizioni meteo non sono delle migliori, mi rendo conto sulla mia pelle che ci vuole una determinazione non comune per decidere di reinforcare la bici e al buio, con qualche goccia di pioggia, riprendere il percorso, verso l’ennesimo punto di controllo, dopo 110 Km, dove ci aspetta un localino adibito a dormitorio. Siamo una decina, e affrontiamo il tratto forse piu’ bello di tutta la rando: sicuramente il piu’ suggestivo. Siamo nei saliscendi delle Langhe, affrontati in notturna. Il traffico e’
limitato, fortunatamente. Il silenzio interrotto solo dalle poche macchine, dai nostri sbuffi e poche parole, e dai rumori della notte. Saliamo calmi calmi verso Castino, altra salita vera, le lucine separate da qualche decina di metri una dall’altra, punti di riferimento essenziali, per farti non farti sentire completamente solo e isolato. Mi chiedo cosa pensa nel vederci chi ci incontra stando comodo comodo seduto in una macchina…. Deve essere un incontro poco comune…… Improvvisamente dei rumori dal bordo strada, e in un istante un cerbiatto mi attraversa la strada. SIamo in salita, lenti, e lo si evita facilemnte, ma se lo si
incontrava in discesa???? Le discese sono emozionanti, al buio con qualche metro illuminato dalla lampada, e tutto sommato effettuate in piena sicurezza: che bello viaggiare fino ai 40-50 Km/h al buio…… Arriviamo ad Alba, dove interpretiamo male il roadbook e ci ritroviamo in una tangenzialina! Piccoli momenti di panico, ma poi riusciamo a ritrvare la strada giusta, intercettando il percorso originario. Ancora qualche decina di Km attraversando dei dolci saliscendi, buio pesto e nebbiolina intorno a noi. Inizio a sentire sonno, improvvisamente. Non e’ ancora una crisi, ma penso che il mio corpo mi stia chiedendo un po’ di riposo. Manca ancora pochissimo al controllo e questo mi rincuora. Arriviamo e alcuni di noi decidono che e’ meglio dormicchiare un pochino, non prima di aver divorato alle 3.30 del mattino delle fantastiche lasagne……. Decidiamo di ripartire per le 5.30. E’ incredibile quanto bene possano fare due orette di sonno!!!
Facciamo colazione, sembra quasi una giornata qualunque, gli sforzi del giorno prima non hanno stranamente lasciato troppi segni.
Stiamo per ripartire, quando arrivano Franco e Graziano, li vedo un po’ provati, ora leggendo i loro racconti capisco i perche’! hanno avuto la sfortuna di percorrere molti piu’ Km sotto l’acqua di noi…. Bravi, ragazzi! Avete una davvero una determinazione fuori dal comune! Ancora qualche Km di strade molto tranquille, che ci conducono verso la rampetta che conduce a Superga. Facciamo colazione
(un’altra????) in un baretto ai piedi della salita: il proprietario ci guarda con sguardo eloquente… siamo davvero dei fuori di zucca…… Arriviamo a Superga, in mezzo alla nebbia: ci accoglie un collega randagio, ma in macchina, salito su per vedere come stavamo affrontando questo brevetto. Viste le condizioni meteo ha deciso di non prendere il via. Scendiamo verso un lungo tratto di pianura che ci aspetta e che inizio a patire. Piu’ di tanto non riesco a spingere e inizio ad avere fame. Le mie piccole scorte di emergenza sono ormai finite, non resta che apettare il controllo, che puntualmente arriva. Qui
un bel piattone di pasta e qualche minuto seduti a ciacolare, ci danno la carica per affrontare le ultime salitelle e gli ultimi cento Km. Inizia a piovere, abbastanza copiosamente, ora. Scavalchiamo il Monferrato, con le strade allagate…. in discesa soprattutto occorre prestare massima attenzione. Procediamo con il solito ritmo relativamente veloce, cambi regolari, sguardi, parole, sembra che pedaliamo tutti insieme da una vita. Il sentire il traguardo sempre piu’ vicino ci sta dando la carica per affrontare le strade allagate e la pioggia che non accenna a smettere. Un po’ di apprensione ogni tanto per qualche automobilista che nonostante tutto crede di essere assoluto padrone della strada, ma per il resto tutto scorre via senza grossi problemi. E cosi’ arriviamo felicissimi al punto dal quale trenta ore prima avevamo iniziato la nostra avventura: ci aspettano gli organizzatori e un bellissimo pasta party che immancabilmente divoriamo. E cosi’ finisce l’avventura….. lasciando dentro di noi delle emozioni che difficilmente potranno trasparire da queste quatro righe, lasciando la consapevolezza di aver portato a termine un qualcosa sicuramente fuori dal comune, che tutti stanno definendo ‘impresa’ ma che io non sento tale. La vera impresa e’ stata forse il saper gestire se stessi, sapersi ascoltare, trovare le giuste motivazioni per andare sempre avanti, senza mai andare oltre il proprio limite. So per certo poi che un grosso aiuto e’ stato dato dall’avere al mio fianco una persona come Alessandro, che si e’ dimostrato ancora una volta un sincero Amico, senza il quale difficilemnte avrei concluso questa prova di vita. Di sicuro non avrei mai conosciuto nemmeno l’esistenza delle randonne’…. e questo non so ancora dirvi se e’un bene o un male……..


 

 

commenti
  1. Simo* ha detto:

    Bravissimi Al e Alex!!!

    Penso che trovare la propria “dimensione” anche sui pedali sia il massimo!!!!

    RIDE ON!

    Simona 😉

  2. carrerafriends ha detto:

    Benvenuta Simo* sul CarreraFriends Weblog !!! E grazie !! Come sempre si tratta di cose veramente impegnative ma la carica che ti da fare queste Rando è impagabile !! A presto !! 😉

  3. GPV ha detto:

    E’ VERAMENTE EMOZIONANTE LEGGERE LE TUE CRONACHE DI VERO CICLISMO. SPORT ALLO STATO PURO, PURISSIMO, COME LA TUA ANIMA. MI RICORDANO LE GRANDI SOFFERENZE DELLE MIE ORMAI PREISTORICHE RANDO 2000 E 2001 MA DEVO AMMETTERE CHE SONO STATE LA FUCINA DOVE SI E’ FORGIATA LA PASSIONE PER QUESTO INCREDIBILE SPORT. BRAVI RAGAZZI. SONO EMOZIONATO…
    VOI ALLE RANDO ED IO DOMENICA MI SONO ISOLATO PER ASCOLTARE I PRIMI GEMITI DEL MIO PHIBRA. LE PRIME IMPRESSIONI SONO DI AVERE FRA LE MANI UN MOSTRO DI ESPLOSIVITA’… L’ABBINAMENTO TELAIO RUOTE GUARNITURE E PEDALI MI DA’ QUASI L’IMPRESSIONE CHE SIA LEI AD INDICARMI LE TRAIETTORIE MIGLIORI ED IL MOMENTO DELLA PIEGA E DEL RILANCIO…VEDIAMO LA PROSSIMA USCITA SE AVRO’ CONFERME…
    CIAO RAGAZZI.
    SIETE FORMIDABILI.
    NONNOGIAMPY GPV

  4. Fausto ha detto:

    Ciao ragazzi…
    leggendo le vostre ultime imprese si viene pervasi da un misto di ammirazione, entusiasmo,
    spirito di emulazione…
    …e la passione per questo bellissimo sport aumenta assieme alla voglia di condividere queste sensazioni forti, con persone animate dalla nostra stessa “pazzia”.
    Forza ragazzi, siamo veramente un bel gruppo!!!

    parola di “novellino”… che deve farsi ancora le ossa…

    Fausto

  5. carrerafriends ha detto:

    Grazie Giampy, grazie Fausto, queste avventure, volute, cercate e preparate sono di enorme soddisfazione, forse un giorno troverò le parole giuste per descriverle veramente… Grazie ancora !!

    @ Giampy: Va bene la bestia vero !?!?!?!? 😉

  6. GPV ha detto:

    IN UN MONDO FATTO SOLO DI MATERIA DOVE L’UNICA ASPIRAZIONE E’ QUELLA DI POSSEDERE, DI APPARIRE E DI OSTENTARE L’EMOZIONE HA PERSO IL RUOLO DI CONNOTAZIONE DELL’ANIMO UMANO…LA NOSTRA FATICA, IL NOSTRO SUDORE E LA NOSTRA GIOIA DI VIVERE RISVEGLIANO IN NOI SENTIMENTI ORMAI RARI…NEI MOMENTI DI MAGGIORE SOFFERENZA, QUANDO IL NOSTRO CORPO CI IMPLORA RIPOSO, SIAMO SOLI… MA ABBRACCIAMO IL MONDO… E’ UN DONO DI DIO!
    NONNOGIAMPY GPV

  7. al69 ha detto:

    Grazie a tutti 😉
    …quanto descritto da me e Alex, vi posso assicurare, e’ solo una piccolissima parte delle emozioni che abbiamo vissuto in quelle trenta ore. Il resto non e’ facile da esprimere, e’ un vortice di sentimenti, dolori, paure, gioie……. ma forse in realta’ sono emozioni che vogliamo custodire gelosamente dentro di noi.

    Un abbraccio a tutti

    ALberto

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